Famiglia

A Civitas un confronto continentale. L’Europa a Padova

Un dibattito sul terzo settore nella Ue. Dove la comunità conta più del singolo. Negli Usa, invece...

di Antonietta Nembri

Da Padova all?Europa e ritorno. Civitas si apre alla società civile oltre i confini nazionali. “Uno dei punti di forza del Terzo settore è la sua capacità di relazioni interpersonali di qualità. È qualcosa che lo caratterizza ed è un fenomeno non solo italiano”. Benedetto Gui, docente di economia politica all?Università di Padova sintetizza così una caratteristica del mondo non profit che sarà al centro del seminario, in programma a Civitas il 2 maggio, Il terzo settore in Europa. Modelli e prospettive a confronto. Guardando al Vecchio Continente, Gui trova un fil rouge che lega le esperienze della società civile.

Partecipazione e reti
“Una caratteristica comune nelle organizzazioni non profit europee si trova sicuramente nel fatto che qui, più che in America, conta l?idea della partecipazione collettiva. Negli Stati Uniti”, spiega il professor Gui, “c?è l?idea forte dell?iniziativa personale: l?imprenditore che sceglie di fare una non profit piuttosto che una spa, o il miliardario che dà vita a una fondazione. Gli europei puntano alle relazioni e alla creazione di una rete di collaborazione”.
Il seminario che approfondirà i modelli e le prospettive del Terzo settore europeo “si inserisce in un programma di lavoro più ampio”, spiega Claudio Piron, presidente delle Acli padovane che, con Camera di commercio di Padova e Osservatorio del Terzo settore, hanno ideato questo appuntamento. “Il non profit francese e italiano, per esempio, sono diversi perché risentono ciascuno del diverso sistema di Welfare che esiste nei due Paesi”, continua Piron nel sottolineare l?importanza che la Camera di commercio di Padova, come del resto quella di Milano, si sia dotata di un osservatorio che ha permesso un lavoro di informazione, formazione, analisi, studio e confronto. “È stata l?occasione”, spiega Claudio Piron che ha partecipato all?Osservatorio, “per fotografare l?esistente, operazione indispensabile per aprirci al confronto con altre esperienze e capire quali sono gli elementi di convergenza”.

Partecipazione e reti
Il modello veneto va all?estero, gli imprenditori hanno impiantato le loro imprese nell?Est europeo, “il non profit non deve ?esportare? il nostro metodo, ma creare una rete. Ho in mente”, continua Piron, “i tanti imprenditori che hanno impiantato industrie all?Est, ora occorre far crescere la società civile. Come Terzo settore ci siamo dati questo obiettivo: aiutare a creare una rete sociale e civile ma anche costruire delle relazioni con loro”. L?Ue si sta dando una Costituzione, “dobbiamo diventare un continente unito con dei valori portanti. Uno di questi è la pace”, conclude, “patrimonio condiviso di tutti gli europei”.

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